BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro3/Cap32
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- Cap. 32 Possesso preso in Roma daII'Em.o Cardinale Vicario
L'Em.o e R.mo Sig. Cardinale Ginetti Vicario di Nostro Signore ha sempre portato particolare riverenza al N.V.P. Fondatore e Generale, et divotione singulare al nostro santo Instituto e nella Congregatione deputata sopra le cose nostre fece sempre le sue parti a favore nostro con ogni affetto.
Essendo donque publicato il Breve della redutione nostra di Religione in Congregatione con la suggettione agli Ordinari delli luoghi dove si havevano case, Sua Em.a compatendo molto alla nostra mortificatione e sapendo di dove era nata, senza nostra colpa, prese la strada più dolce, che fu possibile per non aggiongere afflittione con un modo suavissimo, che porrò qui come mi è stato scritto stando io in Napoli et ad litteram porrò la letera.
Lettera
A tergo: Al P. Vincenzo della Concettione Sacerdote delle Scuole
Pie - Napoli
Intus vero: Pax Xpi.
Mando a V.R. il modo col quale è stato fatto il Superiore di questa nostra Congregatione di San Pantaleo, affine che occorrendo si possa imitare in quello che fa a proposito.
A dì 25 marzo giorno della Nuntiata, e domenica delle Palme, venne in casa il Sig. Gioseppe Palamolla secretano delPEm.o Vicario per pigliare li voti di tutti per l'elettione del Superiore. Onde sonato il campanello e radunati tutti li Padri e Fratelli nell'Oratorio doppo breve discorso pigliò li voti di ciasceduno, e perchè furono fatte varie nominationi, non vi potè essere elettione. Fu detto che il P. Generale nominasse esso tre di sua sodisfattione, e chi di essi havesse più voti, fusse l'eletto. E così contentandosi ogn'uno nominò il P. Gio. Stefano della Madre di Dio, il P. Gioseppe della Visitatione, et il P. Francesco della Nuntiata, e si tornò a dare la seconda voce per la seconda elettione nella quale ne meno si trovarono voti a bastanza.
Finalmente ottenuta licenza li Padri radunatisi tra di essi (la parte del P. Stefano al n. di cinque si ritirò prima in disparte) e gli altri del P. Generale ciò vedendo ritiratisi anche essi in una stanza vicina, dove convennero di eleggere il P. Gio. Stefano. Onde di novo radunati nell'Oratorio e data la terza voce, fu fatta l'elettione, quale però non si publicò, ma il secretarlo sudetto tutto sodisfatto la portò all'Em.o Vicario a finché esso nominasse l'eletto, quando fosse venuto per pigliare il possesso della casa,
A dì 26 venuto l'Em.o Vicario a hore vinti gli andammo tutti incontro alla porta della casa sonando in tanto la campanella more solito e ministratoli l'aspersorio con l'acqua benedetta, tutti inginocchiati ci asperse e benedisse. Salito all'Oratorio, e fatta un poco di oratione, si sedette al suo luogo apparecchiatoli, cioè un tappeto steso in terra, e sopra la sedia, et un parato al muro dietro alla sedia con un tavolino avvanti parimente coperto d'un tappeto con carta, penna e calamaro. Fatto poi un breve discorso con consolatione di tutti grandissima, ripigliò esso stesso la voce di tutti per l'eletione del Superiore.
Essendo che il Secretano sudetto venne solo per prendere la mente di tutti, et acciò Sua Em.a non sentisse dispareri, ma venuto fosse a cosa fatta e, nemine discrepante, fu eletto e nominato il P. Gio Stefano della Madre di Dio.
E perche si propose se dovesse essere ad tempus, o ad semper, ad istanza de' Padri si contentò Sua Em.a dichiararlo per un anno di scicuro per questa volta, non concludendo però che così dovesse essere, perchè si riservò poter prolongare il tempo con maggior consideratione e conforme anco le Costitutioni nove da farsi.
Che è quanto occorse per tale mutatione di governo, per la quale è restato anco privato il P. Stefano d'ogni carica. Del tutto sia lodato il Signore che così ha permesso per li suoi santissimi fini.
Si contenterà V.R. mandarne subito copia di questa alle case di Chieti, Bisignano e Campi, non potendo io supplire per tutto. Roma a dì 31 marzo 1646.
Di V.R.
Aff.mo Servo nel Signore
Gabriello della Nuntiata
Il P. Stefano degli Angeli con il favore di Mons. Ill.mo Albici, e del P. Silvestro Pietrasanta Giesuita nostro Visitatore Apostolico haveva fatto porre nella minuta del Breve della redutione di Religione in Congregatione una clausola nella quale lo nominavano perpetuo Amministratore, e Rettore del Colegio Nazareno, ma l'Em.o Cardinal Vicario la scassò, e levò. Però publicato il Breve, vedendo in quello che il detto Collegio restava sogetto del tutto alla Sacra Rota Romana, li detti Ill.mi e Rev.mi Sig. elessero due di loro per pigliarne il possesso, et anche andarono dal N.V.P. Fondatore e Generale perchè esso vi ponesse il Rettore, e così il N.V.P. giudicò essere a proposito per quel carico il P. Camillo di S. Girolamo, al presente Preposito Generale di tutta la nostra Congregatione.
Non sarà fuor di proposito ponere qui sotto anche l'elettione che fece l'Em.o Cardinale Roma Vescovo di Tivoli nella quale diocesi sta la casa nostra di Poli, fondata dalPlll.mo et Ecc.mo Sig. D. Appio Conti Duca di Poli e dall'ULma et Ecc.ma Sig. D. Giacinta Sanvitali sua moglie, che lo dotò di alcune centinara di scudi annui. Il detto Em.o Roma chiamò il P. Ministro di quella casa in Tivoli, et accolse!© con molto affeto essortandolo a sottomettersi al volere di Dio, et alla perfettione santa, consigliandolo che lasciasse l'habito regulare e si vestisse da Prete secolare, ma sentendo che li facevano in questo ogni resistenza li lasciò con dire che le Constitutioni nove l'haverebbono comandato. Finalmente li fece questa patente.
Julius Cardinalis Roma Ep.us Tiburtinus dilecto nobis in Xpo Praesbitero Francisco a Spinea Corona Parmen. Diocesis.
Provvisuri de Superiore in Collegio S. Stephani terrae Poli nostrae tiburtinae diocesis, qui praesit praesbiteris, et aliis operariis ibi degentibus, duximus te per modum provisionis, et ad nostrum beneplacitum deputare, prout deputamus in Superiorem d.ae domus, concedentes tibi eandem auctoritatem in gubernio d.ae domus et per-sonarum ibi degentium, qua fungebaris tempore, quo d.a domus sub gubernio Generalis olim Religionis nuncupatae Scholarum Pia-rum. Praecipientes tibi ne inde discedas, nec aliis tibi subditis licen-tiam discendendi concedas, nisi a nobis, vel nostro Vicario Generali petita licentia, et in scriptis obtenta, sub poenis nobis, et d.o Vicario bene visis. In quorum fidem paesentes manu nostra subscripsimus, et sigillo nostro munivimus.
Datum Tiburae die 4 aprilis 1646
J. Cardinalis Roma Epus.
Di quello che successe in altre case, e Provincie si dirà in altri luoghi, poiché molte differenze vi occorsero, e più a pieno nel temo terzo da me, o da altri in altre parti sarà posto, perchè è certissimo, che io non sono di ogni cosa consapevole, o almeno non mi ricordo, e non ho li notamenti da me, e da altri fatti negli accidenti occorsi, e però non posso dire di ponere ogni cosa, ma bensi quello che io pongo lo do per sicuro, e certo, stando più presto ristretto, che mi dilati retoricamente.