BerroAnnotazioni/Tomo2/Libro3/Cap31
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- Cap. 31 Successi doppo II Breve
Il disgusto che la publicatione di questo Breve Apostolico tanto inaspettato, non è possibile il scrivere quanto fosse grande in tutti quelli, che veramente erano Figli della povera Religione, et non bastardi come quelli, che l'havevano perseguitata e distrutta. Per il che alcuni si diedero in uno dirottissimo pianto per più giorni, e non solo non li faceva prò quello che mangiavano, ma ne meno potevano inghiottirlo tanto se li era anegrito il cuore.
Altri poi si spaventarono in tale modo, che non pareva sapessero fare motivo di cosa alcuna, particolarmente in quelli primi giorni, e restando come estatici nella consideratione, non sapevano che risolversi, né a che cosa appigliarsi. Pochi erano quelli che di necessità facendo virtù pensavano al modo di assicurare la loro partita, chi per una strada, chi per un'altra, ma tutte aeree.
Li avversari! della povera Religione più che mai si adopravano per spaventare li poveri Religiosi, che non erano stati di loro partito. Scrivendo hora che il Sommo Pontefice in tutti li modi voleva che ogn'uno se ne andasse a casa sua, o si procacciasse in qualche modo da vivere. Hor scrivevano che uscirebbe una scomunica, perchè fra il termini di pochi giorni ogn'uno si calzasse e si vestisse da Prete secolare. Hor che non voleva in modo alcuno che si facesse più le Scuole Pie, et che non voleva che s'insegnasse più cosa alcuna se non la Dottrina Xpna alli poveri ragazzetti.
Li Padri Giesuiti poi in spetie quelli nominati dal P. Pietra-santa nel principio della sua visita come per guide delle case fuor di Roma, se bene da esso diceva posti per assicurare le lettere, che se li volevano scrivere secretamente, andavano talmente solecitando che ogn'uno di noi se ne andasse al secolo, con aggravare fuor di modo la soggettione fattaci all'Ordinario del luogo, che propriamente atterrivano dicendo anche che non eravamo più obbligati alli voti, e che ce ne potevamo andare senza pigliar Breve per vestire da Prete secolare, che era una mangioria degli officiali. Anzi in Messina con questa loro dottrina, e consiglio un clerico di più anni professo prese moglie, et hebbe figli, e Dio sa come si è aggiustato in questi anni, perchè etiam di ordine di Mons. Ill.mo Albici Assessore del Santo Offitio li fu scritto non essere quello matrimonio, ma concubinato.
Con tanti batticuore e mali consiglieri, molti vinti dal timore che o il padre naturale, o li fratelli carnali morendo non li consumassero, o lasciassero la loro portione, con il Breve Apostolico se ne andarono al secolo con provare in qualche modo di havere sicuro unde commode vivere possent. Altri sensa Breve con il sopradetto consiglio lasciavano l'habito regulare et le Scuole Pie andandosene dove.più li piaceva senza altra licenza.
Quel P. Ferdinando siciliano, che era tutto del P. Stefano, e per non haver letto una Bolla Apostolica a suo tempo privato della dignità di Ministro della casa nostra di S. Pantaleo, publicato che fu il Breve della suppressione della nostra Religione, partitosi di S. Pantaleo addossene al ghetto degli hebbrei, e vendette a quelli il nostro santo habito, e vestitosi da Prete secolare ritornò alla nostra casa di S. Pantaleo; ma il portinaro vedendolo in quell'habito non li volse apprire, dicendo che non lo conosceva. Spiacque a tutti di casa tale vendita del nostro santo habito, e poi fatta agli hebrei. Né vi è stato mai altro che habbia fatto tale attione indegna e di poca stima dell'habito, che haveva portato tanti anni.
In diversi tempi e luoghi, più di centocinquanta de' nostri Sacerdoti mutarono l'habito, chi intrando in diverse Religioni, e Con-gregationi, et chi con prendere l'habito di Prete secolare. Un de nostri giovanetti clerici nobile ventiano nel secolo Olivieri Vecchi, fra noi Tomaso di S vedendosi in questo laberinto pensò di farsi Monaco Benedettino; ne fece istanza in Roma all'Abbate di San Paolo, e conosciuto per chi era, li disse che volentieri l'haveria ricevuto, ma che havevano Constitutioni particolare di non vestire fra loro chi era professo in altra Religione, e che per questo non li poteva far la gratia, se prima non haveva facultà dal Sommo Pontefice. Presistendo il giovane in questo suo desiderio, ricorse al favore dellTll.mo et Ecc.mo Sig. Ambasciatore della Ser.ma Republica di Venetia, perchè ne supplicasse istantemente Sua Santità.
Lo fece Sua Ecc.a nella prima audienza, e condusse a piedi del Sommo Pontefice il nostro Religioso, il quale fece la sua istanza con memoriale. Rispose il Papa: E perchè non restate nella vostra Religione? Noi non l'habbiamo distrutta, ma allargata perché si possa più dilatare nell'aiuto delli poveri figliuoli, statevene nella vostra Religione che niuno vi forza a partire, né vi scaccia da quella.
Ma perchè il nostro Religioso non so che altro particolare sog-gionse, che io non mi ricordo di certo, se fu l'essere sogetti all'Ordinario de luoghi, o altro particolare, Sua Eccelenza ripigliandoli il discorso supplicò di nuovo per la gratia. Sua Santità preso il memoriale lo segnò, e fattone il Breve il detto nostro Religioso andò doppo pochi giorni a Monaci Benedettini, dove a suo tempo professò.
Si che dilettissimi lettori di qui anche si cava quale fosse la mente di Nostro Signore e di che l'havevano imbevuto li nostri avversari! per venire alla distruttione della nostra povera Religione, et per mortificare al vivo come si dice il N.V.P. Gioseppe Fondatore, e Generale con Brevi di due Sommi Pontefici. La Maestà divina dalle mortificationi sempre ne dà aumento di honore poiché nel Breve, che mortifica lo nomina Fondatore.