BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro3/Cap25
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- Cap. XXV Di altri rumori per l'Ordine de' Laici o fratelli Operarti
Gli effetti che nacquero dal sopredetto Breve Apostolico per l'ordinatione dei Laici, o fratelli Operai che vogliamo dire, posti in piede fra noi altri, con nome di Chierici minori sotto pretesto che per honore voleva delle scuole di leggere e scrivere con Abbaco, che comunemente facevano li detti fratelli Operai, convenisse portassero la berretta clericale, furono tanto contrarli al publico bene della nostra povera Congregatione et alla quiete delli Religiosi che vivevano con ogni affetto inclinati all'Istituto santo delle Scuole Pie, et attendevano con ogni humiltà alla perfettione religiosa, che non solo fecero conoscere non essere stato voler di S.D.M., ma che anche vi fosse stato qualche sinistro fine in chi lo consigliò. Perchè veramente la nostra Religione in questi tempi caminava a vele gonfie per dilatarsi in tutta l'Europa, nella quale per il buon nome del V.N.P. Fondatore e Generale, et per la diligenza, e carità con la quale si essercitava il nostro S. Istituto era da ogni parte grandemente laudato, desiderato et con ogni possibile diligenza ricercato dalle terre, città e regni. Abbondava di sogetti qualificati tutti primieramente nelle virtù, e nelle scienze necessarie per il nostro S. Istituto, in modo tale che in Roma nella sola casa di S. Pantaleo arrivarono sino a settanta di famiglia, e nel novitiato più di quaranta, et senza essageratione fra tutti in Roma con il Colegio Nazareno, e scuole di Borgo giungevano a cento cinquanta de nostri. Nelle case poi vicine di Roma erano tutte etiam Moricone famiglie compitissime di più di dodeci per casa. Nelle due case di Napoli passavano sessanta. In Campi era più di 15 e così tutte le case del Regno erano piene, l'istesso in Sicilia.
In Genoa fra le scuole e novitiato erano da quaranta; in Savona sempre più di 16 come anche alle Carcare.
In Firenze, Pisa, Fanano, e Pieve erano famiglie numerosissime.
In Germania e Polonia non si può da me contare quanto fiorivano tutte le case.
Caminava donque la povera Religione delle Scuole Pie felicissimamente con ogni lode e stima appresso tutti, anzi che lTIU.mi Prelati Presidenti al Capitolo Generale del 1637 in presenza del M.R.P. Francesco Negri capucino predicatore di Papa Urbano VIII disser: Non so qual Religione si possa chiamare più stretta delle Scuole Pie per potere da questa passarvi senza dispensa del Papa. Io la stimo più stretta de' capuani, e voltati al N.V.P. Fondatore e Generale li dissero che ne supplicasse il Sommo Pontefice per la dichia-ratione, e ne fece stendere Decreto; e questo affermo io perchè ero presente.
Caminava dico, sì prosperamente la nostra Religione quando per r-ovinarla il demonio pose questo prorito di superbia nelli nostri fratelli Laici, et con tanti favori si ordinarono alcuni, et in effetto di qui cominciò la nostra ruina. Publicato nelle case nostre il Breve sopra di ciò havuto dal Sommo Pontefice dall'Em.o nostro Protettore Alessandro Cardinale Cesarino, con il tempo di due mesi alli fratelli Reclamanti per andare a Roma a sottoporsi alPessame, e saputo quelli che erano stati approvati per chierici et già alcuni ordinati, non si può se non con lacrime di sangue contare l'inquietudine e confusione, che nacque nelle case nostre, perchè ogni fratello si faceva porre nelle liste de' Reclamanti, o di quelli che havevano fatto Professione prima delli 21 anno dellaJoro età; trovando anche fedi false per intrare in detto numero. E quelli anche che non vi havevano mai pensato e non saputo né leggere né scrivere si solevarono anche essi con dire che per essere stati ubbidienti alli loro Superiori e per haver servito la Religione con ogni carità e diligenza nelle fatiche, quando quelli fingevano di essere infermi per studiare non se li doveva far torto, ma darli commodità per poter essi ancora studiare, e farsi atti agli Ordini.
In modo tale che non vi era chi volesse far più la cucina, ne le cerche, et altri officii ordinarli de Laici; per il che li Superiori e le case tutte pativano di ogni cosa, et era deplorabile e propria dell'inferno l'inquietudine delle case, restando sforzati li Superiori di fare essi per li più la cucina per potere mangiare.
Et io ne so molti, che non solo non sapevano latinità, ma ne anche li è mai potuta intrare in testa, et questi anche cominciarono Professi ad imparare la Santa Croce, o sia alfabeto, et uno non potendo imparare a memoria nemeno: Hic Dominus etc. per sua scio-chezza disse: Che tanti Domini, li Signori, se non vi è se non un Signore? Si doverebbe mettere l'Evangelio all'Inquisitione; e questo pure si è ordinato sacerdote. Dal che io raccolgo, che non fosse voler di Dio, se non permissivo il parere che per ordinare questi fratelli si hebbe per consiglio del P. de Cupis giesuita, il quale approbava tutti agli ordini, purché vi comparissero con minima raccomandatione.