BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro3/Cap13

De WikiPía
Revisión a fecha de 17:32 27 oct 2014; Ricardo.cerveron (Discusión | contribuciones)

(dif) ← Revisión anterior | Revisión actual (dif) | Revisión siguiente → (dif)
Saltar a: navegación, buscar

Tomo1/Libro3/Cap12
Tema anterior

BerroAnnotazioni/Tomo1/Libro3/Cap13
Índice

Tomo1/Libro3/Cap14
Siguiente tema


Aviso OCR

Este texto ha sido obtenido por un proceso automático mediante un software OCR. Puede contener errores.

Ver traducción en Castellano

Cap. XIII Dell'andata de Nostri Padri in Polonia

Quel fortunatissimo, Prudentissimo et Invitto Diffensore di S. Chiesa, il Ser.mo et catolico Re di Polonia Vladislao IV assonto al governo di quella potentissima Republica, e vastissimo Regno, con l'universale elettione di quelli Serenissimi Senatori, prudentemente trattò di congiongersi nel S. Matrimonio con la Serenissima Infante figlia del Serenissimo Ferdinando d'Austria Imperatore, per havere heredi degni diffensori di Santa Chiesa, e di essere eletti successori suoi in quella Republica e Regno.

Fu concluso il matrimonio e la Maestà sua si pose all'ordine per venire in Vienna a contrarre egli stesso il S. Matrimonio e con-dur seco la Ser.ma sua sposa e nova Regina.

La Sacra Cesarea Maestà dell'Imperatore diede incombenza al nostro Em.o Principe Cardinale Dietristain d'incontrare la Maestà dello Sposo, il che S. Em. fece con quella pompa e grandezza che dalla di lei magnificenza si può pensare per servire in un medesimo tempo un Imperatore Padrone et un Re sì potente sposo, che veniva all'Imperatore con la maggior parte di quelli Ser.mi Senatori e Palatini.

Fu la Maestà sua Ser.ma con tutta la sua nobilita e numerosissima Corte, e compagnia allogiata con ogni splendore in Nicolspurg e accolta con la maggior pompa che si potesse imaginare in detta città dal detto nostro Cardinale Dietristain, e cavalcando insieme la M.tà del Re con S. Em.a discorrendo, e vaghegiando la pompa la Maestà del Re s'incontrò "con gli occhi nel nostro V.P. Pietro Provinciale con altri de' nostri che stavano godendo la maestà di sì vago trionfo, et ingresso, conobbe la M.S. essere Ecclesiastici Italiani, e da esso non più visto tale habito e Religiosi, si ammirò del-l'habito e modestia loro la M.S., e domandò a S. Em. chi fossero; li diede il Sig. Cardinale nostro compita, ma breve risposta per all'hora, proseguendo nelle altre dimostrationi il loro viaggio.

Gionta la M.S. al palazzo, compito alle fontioni publiche, come quella che era restata presa dall'habito, e modestia delli nostri Padri ritornò a domandare al nostro Em. Cardinale chi erano quei Religiosi Italiani? Con tale desiderio la M.S. fece questa seconda domanda, che S. Em. conobbe in quella M.tà un gran desiderio della nostra Religione, e però con longo discorso compitamente ne lo raguagliò, e perchè sempre più la M. S. dimostrava brama di noi altri S. Em. fece chiamare il N.V.P. Pietro Provinciale, il quale gionto, fu introdotto dal medesimo Em.o da S.M., quale l'accolse con grande affetto, e per molto spatio di tempo seco discorse di noi, e delle cose della nostra Religione, restandone sempre più desideroso, et però fece istanza, e ne volle parola di andare noi nel suo Regno.

La medesima Maestà, e S. Em. con il P. Provinciale ne fecero istanza al N.V.P. Fondatore e Generale dal quale fu prontamente servita al meglio che fu possibile, però andarono altri nostri in Germania et fra questi il P. Gio. Stefano della Madre di Dio figlio del Sig. Gio. Nicolò Spinola genoese, il P. Glicerio della Natività del Signore, il P. Bernardo della Presentatione et altri sogetti buoni come il P. Gio. Francesco dell'Assenta genoese.

Moltiplicati li sogetti si servì la Maestà del Re Vladislao IV et il P. V. Pietro Provinciale esso medesimo andò in Polonia con altri, et gionto in Varsavia furono dalla M.S. accolti con straordinario affetto, et accarezzati alla grande con dimostratione di sentire par-ticular gusto della loro venuta.

Più e più volte discorsero assieme il Re, et il N.V.P. Pietro Provinciale per la fondatione[Notas 1] con l'assistenza anche di Mons. Nontio Apostolico, al quale di Roma erano stati raccomandati li nostri PP. dall'Em.o e Rev.mo Sig. Principe Cardinale D. Francesco Barberini nepote di Papa Urbano Vili all'hora regnante, et d'altri Emi e Rev.mi Cardinali.

Si concluse[Notas 2] di fabricare per li P.P. un luogo fuori delle mura della città di Varsavia si fece nel principio la fabrica di legno conforme il solito del paese e Regno perchè li Padri potessero ben presto habitarvi, si fece anche la chiesa che fu cominciata di fabrica, ma perchè andava alla longa si aggiustò una capella per offitiarla, dove ancorché angusta facevano con tanto decoro le loro fontioni, che ben spesso la M.à del Re, e Regina vi andavano per loro divo-tione, parendo cosa nova in quelle parti la povertà e politia insieme sì vagamente unite.

Fornita la chiesa tutta di fabrica, che riuscì assai bella conforme il desiderio della M.à del Re, e di tutti, benedetta con le solite cerimonie della S. Chiesa romana da Mons. Ill.mo Nuntio Apostolico, la Maestà del Re diede alli Padri nostri i due Corpi delli santi Primo e Feliciano Martiri dati al Re dal Sommo Pontefice Urbano VIII per essere in quel giorno nono di giugno dedicato a detti santi, il giorno natalitio della M. S., et però la detta nostra chiesa fu dedicata ad honore di detti Santi Martiri.

Provedette alli nostri Padri delle cose necessarie manualmente la Camera regia tanto per il vitto e vestito loro, come per li mobili di chiesa e fabrica per più tempo et anni, ma finalmente volendo la M. S. assicurare la detta fondatione, assegnò alli nostri P.P. sopra le saline regie da due milk fiorini l'anno, et non so che altro.

La divotione e protettione regia sì grande verso di noi poveri Religiosi in riguardo del N. S. Istituto delle Scuole Pie, e nostra S. Povertà come fondata nella pietà regia si dilatò per molte Provincie di quel vastissimo Regno nelli principali Senatori e Palatini Ecc.mi.

L'Ill.mo e Ecc.mo Palatino eli Cracovia Stanislaus Lubomirski Caza-noschi mosso da una particolare divotione verso il nostro S. Istituto in una delle sue principali città ereditarie Podolinio nelli 1642 luglio eresse da fondamenti una sì bella, magnifica e regia fabrica, tutta di fabrica, che faceva stupire, et ottenne dall'Università tutte le licenze necessarie per potere li nostri Padri fare il nostro Istituto in detto luogo ancorché per la vicinanza fosse contro le loro leggi.

La fabrica haveva nelli quattro anguli quattro fortezze, ogn'una delle quali era capace di allogiare ogni gran Principe, et una volta vi allogiò la M.à d@LRe Gio. Casimiro fratello del defunto Vladislao IV pur Re di Polonia con la sua Corte, e Mons. Ill.mo e Rev.mo Viddoni Nontio Apostolico più giorni.

Il luogo, la chiesa et i nostri P.P. furono da questo Sig. Ecc.mo Palatino provisti d'ogni cosa come anche lasciata sufficiente e grossa limosina annua per il medesimo sostentamento et mantenimento di ogni cosa.

Anzi in questi tempi l'Ecc.mo Palatino suo figliuolo non solo proseguisce la benignità e carità del suo padre, ma anche fanno ordinaria istanza per fondare un'altro luogo con ogni magnificenza. Si sono fatti progressi grandi in quelle parti con le conversioni degli heretici, amministratione de SS. Sacramenti et sontuosità e decoro nella nostra chiesa, unendo però sempre la S. povertà con la politia nelle cose sacre.

Nel nostro giardino della città Reale di Varsavia il fratello che ne haveva cura introdusse le viti, che mai vi erano state, et coltivandole con diligenza vi hebbe bellissima uva matura. Siche la Maestà della Regina gustandola disse essere al paro di quella di Francia, e però essa medesima fece portare sino dall'Ungaria molte migliaia di viti, et piantate felicemente produssero il frutto bellissimo, siche non solo li Italiani godevano dell'agresta nelli bisogni d'infermità, ma la M.à Sua per molti giorni in tavola bellissima e bonissima uva, et li PP. nostri ancora oltre che ne fecero un botti-cello di vino, et havevano buone elemosine da Sigi per due o tre rampazze d'uva.

Si è anche fondata la terza casa da uno di quei Sig. Ecc.mì Senatori in una sua città detta Rasciovia nelli 1658 febraro luogo bellissimo. Molte altre case si sariano fondate in quel vastissimo Regno, se non fossero state le nostre calamità nelli anni di Papa Innocentio X, che durarono tanti anni, nelli quali molti nostri Religiosi se ne volarono all'eternità, ed altri atterriti dalle persecutioni o intrarono in altre Religioni, o con Breve Apostolico tornarono alle cipolle dell'Egitto.

Le guerre anche nate in quel Regno dopo la morte del glorioso Re Vladislao furono causa anche di maggiore inquietudine a nostri PP. ancorché la M.à del Re Gio. Casimiro suo fratello e successore, come anche la Maestà della Regina, sua consorte habbino sempre protetto li nostri in quelle parti, e la Religione e Congregatione tutta. Tutti quelli Ecc.mi Senatori e Ser.ma Republica hanno straordinariamente stimato il nostro S. Istituto e venerato per santo il nostro V.P. Fondatore e Generale con grandissimo affetto e riverenza e particolarmente l'ULmo et Ecc.mo Sig. Duca d'Ossolim gran Canceliero del Regno, che veramente un fortissimo attualmente è stato per la nostra povera Religione et un figlio riverente al N.V.P. Fondatore e Generale. Però molto siamo obligati tutti noi a sì gran Principe e protettore per quello che ha scritto in Roma al Sacro Colegio et al Sommo Pontefice a nostro favore.

Notas

  1. A margine di mano diversa si legge: « N.B. Era pronto il P. Onofrio come pare dalle lettere scritte dal Re Vladislao et della Regina»
  2. Aggiunta marginale: « Nelli 1642 giugno »