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Cap. 2 Supplica data al Viceré dalli Seggi di Napoli

IU.mo et Ecc.mo Signore

La Religione chiamata delle Scuole Pie fondata in Roma da un Sacerdote Aragonese anche vivo, vinti anni sono fondò casa in questa nostra fedelissima città di Napoli poveramente. Ma con molto beneficio del publico per esser l'esercitio loro di dottrina, dar lettere, e buoni costumi a' figliuoli, e dopo d'haverli amaestrati finiti li loro essercitii processionalmente mattina e sera li accampagnano alle loro case. E questo Istituto quanto beneficio apporti al publico da se stesso si conosce, sapendosi quanto importi fondar bene la gioventù per tutto il rimanente della vita, et in tanti anni (oltre l'utile grande che ha apportato et apporta a questa città, et città e nelli altri luoghi di questo Regno) mai si è sentito, o visto di detti Religiosi se non cosa di edificatione del publico, e privato. E perchè s'intende patir non piccoli travagli appresso la Corte Pontificia, si supplica V. Ecc.za vogli restar servita instantemente insistere appresso Sua Santità a favore di detta Religione e Religiosi a nome di questa fedelissima città, e Regno a finché non venghi distrutta detta Religione, et alterato sì santo, e necessario Instituto per il bene publico. Perciochè se detta Religione (come pare s'intenda) si riducesse a Congregatione molti di quelli Religiosi si partirebbono ne vi intre-rebbono altri, e così verrebbe una sì santa opera, e Religione indirettamente distrutta, e la gioventù defraudata de suoi ammaestramenti con pregiuditio notabile di questa città e Regno, tanto più che con Decreto Collaterale di Spagna Sua Maestà, approva la fon-datione di questa Religione per tutti li suoi Stati, per essersi ivi scrutinato il beneficio che li suoi vassalli eran per riportarne da così pio Instituto. Il che sarà attione uguale alla grandezza di un Pren-cipe come V. Ecc.za e la città tutta con il Regno unita, ne resteranno obligatissime a V.E. Quam Desus etc.

Questa supplica fu presentata dalli Deputati delli Seggi che sono sempre Signori di molta qualità e principale nobiltà di Napoli et alcune volte sono tutti titolati, et anche Ill.mi et Ecc.mi Duchi, e Principi nel Regno, quale fontione fecero con ogni affetto quando seppero li nostri travagli da me, e dal P. Gio. Carlo di Santa Barbara.

Notas